venerdì 31 dicembre 2010

venerdì 24 dicembre 2010

BUON NATALE!

"Caro sindaco Alemanno sono stufa di ballare sulle buche"

"Caro sindaco Alemanno  sono stufa di ballare sulle buche"
"Gentile signor sindaco, ogni mattina vado a scuola e non è giusto che devo sempre "ballare" sul sedile a causa delle troppe buche. Di certo lei dirà 'Ma io le riparo'. Certo, ma evidentemente non lo fa bene perché, se piove, il giorno dopo si sono già riformate. Le consiglio di fare un buon lavoro". Firmato una piccola cittadina "arrabbiata". Camilla ha 9 anni, frequenta la quarta elementare di una scuola all'Infernetto, quartiere a sud della Capitale, tra l'Eur e Ostia. "Scrivi a chi vuoi tu", ha detto la maestra. E così un compito a casa si è trasformato in un appello al sindaco Gianni Alemanno per segnalare gli enormi crateri che riempiono le strade che percorre ogni mattina per raggiungere la sua scuola.
Facendo un giro all'Infernetto è impossibile dare torto a Camilla.
Ogni via è un colabrodo. Le auto sono costrette a dribblare gli ostacoli: profonde buche piene d'acqua che spesso diventano trappole pericolose. Percorriamo via Ernesto Boezi, che taglia l'Infernetto e conduce alla scuola di Camilla, il "Trecentoventiduesimo circolo didattico via Cilea".
"Sembra di stare a Kabul o Bagdad. E invece siamo sempre a Roma, ma forse l'amministrazione comunale se l'è dimenticato", spiega Elena Ridolfi, mamma di Camilla, al volante della sua auto, costretta a fare la gincana tra allagamenti, brecciolino e buche, dopo aver rotto, lo scorso anno, l'asse posteriore. Un cratere è transennato da 20 giorni, di fronte al supermercato ci sono fossi sull'asfalto a ripetizione che proseguono fino all'asilo comunale Le Querce e alla rotonda con via Cilea. Stessa situazione in via Gaetano Coronaro, la strada che conduce a una delle tre chiese del quartiere, con dieci buche consecutive all'incrocio con via Franco Vittadini; in via Lotti, in via Salvatore Auteri Manzocchi con 7 crateri dopo il civico 76.
"Dal 2001 ci siamo trasferiti all'Infernetto, ma la situazione è sempre rimasta la stessa. Questo quartiere raccoglie 40mila abitanti. E mancano i servizi: dalla caserma dei carabinieri alle scuole, dalle piazze all'illuminazione, però continuano a costruire ville", racconta Elena. Che ha deciso di rigirare la lettera della figlia al sindaco Alemanno "ma non abbiamo ricevuto nessuna risposta. Anche se è scritta da una bambina raccoglie il malcontento di tutti i residenti. Ci sentiamo ignorati", continua Elena. 
Spesso i residenti si sono uniti per portare avanti le loro battaglie. Sono state raccolte 5mila firme per sollecitare la costruzione di un liceo all'Infernetto che non esiste. "Il più vicino è a Ostia o Roma perché quello a Casal Palocco è già saturo. Ma non si muove niente e noi continuiamo a vivere nel degrado", conclude.
Guarda qui le foto pubblicate su Repubblica.it 
Fonte: Redazione Repubblica.it

giovedì 23 dicembre 2010

Sacchetti di plastica, addio dopo tre anni di rinvii

Con la riunione del Consiglio dei ministri anche l'ultimo ostacolo è stato superato.
«Dal primo gennaio entra in vigore il divieto di commercializzare le buste di plastica non biodegradabili». Poco prima di lasciare il Pdl per approdare al gruppo misto, il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, ha dato il via a una rivoluzione dei consumi che fa felici gli ecologisti che da tempo chiedevano all'Italia di dichiarare fuorilegge l'inquinante polietilene.
Buste di plastica
Buste di plastica
RICICLARE LE SCORTE - E così, dopo tre anni di rinvii, dal primo gennaio 2011 l'Italia dice addio alle vecchie buste di plastica. Il decreto Milleproroghe approvato esclude ogni ulteriore proroga, mentre in una bozza precedente si proponeva di arrivare a una graduale sostituizione dei sacchetti entro il 2012. «Io mi sono opposta all'ennesimo rinvio previsto nella bozza: sarebbe stato insopportabile - ha spiegato il ministro - Mi sono molto battuta e tutto il governo si è dichiarato favorevole. E' una scelta scelta moderna, in linea con la sensibilità dei cittadini che saranno ben contenti di contribuire col proprio comportamento a una maggiore attenzione all'ambiente. Per le scorte faremo accordi coi produttori e i consorzi che riciclano la plastica, non credo che ci saranno problemi».
DECISIONE CONTESTATA - I produttori di plastica annunciano battaglia. Il provvedimento potrebbe essere impugnato a Bruxelles sulla base di un precedente: una norma analoga, sostengono i produttori aderenti a Unionplast-Confindustria, era già stata ritirata in passato dal governo francese. Ma gli ambientalisti per ora festeggiano: «Vigileremo affinchè questa importante misura da noi fortemente voluta non sia nuovamente messa in pericolo dalle pressioni delle lobby dei produttori di plastica» aggiunge Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd. «Al ministro Prestigiacomo va il nostro plauso per aver scongiurato, una ulteriore proroga allo stop alle buste di plastica previsto dalla legge Finanziaria del 2007 - ha detto il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza - Tra ordinanze di comuni virtuosi, come Torino, e iniziative volontarie della grande distribuzione nel nostro Paese la rivoluzione è già in corso».
ROMA BIO - La decisione del governo, infatti, è stata anticipata da una serie di comuni come Torino e Caiazzo che hanno da tempo bandito i sacchetti di plastica con apposite ordinanze. «Anche la Capitale si era già attivata e siamo contenti che l’appello del sindaco Alemanno dello scorso 26 settembre, in cui annunciava nel 2011 un’ordinanza contro i sacchetti di plastica, sia stato accolto in pieno dal governo» spiega l’assessore all’Ambiente Fabio De Lillo. A Roma vengono consumate ogni anno un miliardo e 600 milioni di buste di plastica che hanno un utilizzo medio di 20 minuti, mentre il pianeta ci mette in media 200 anni per "digerirle". «Mettere al bando il polietilene è un buon inizio - spiega Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio - Ovviamente per azzerare l'impatto e il costo ambientale l'unica soluzione è quella della sporta riutilizzabile, e soltanto dopo i sacchetti biodegradabili. A questo punto, è necessario stabilire con chiarezza un periodo di transizione per smaltire le scorte al termine del quale sono necessari controlli e multe per chi trasgredisce". "Siamo già al lavoro per dare attuazione alla legge - ribatte De Lillo - e per estendere la concertazione a tutte le parti interessate all’entrata in vigore di questa norma».
BIO SHOPPER DI TOPOLINO - La notizia della messa al bando delle shopper di plastica arriva anche in via del Corso affollata per lo shopping natalizio. I clienti escono ed entrano di negozio in negozio: il portafogli si fa più leggero e le braccia si appesantiscono. Le buste che ciondolano a ogni passo sono per lo più griffate e di ecologica carta. Solo pochi commercianti della strada usano ancora i sacchetti in polietilene che dal primo gennaio non potranno più essere prodotti e commercializzati. «Ci adegueremo anche noi - spiega una commessa del Disney Store - . Stiamo esaurendo le forniture e probabilmente già prima della fine dell'anno arriveranno le nuove buste ecologiche che non abbiamo ancora visto. Potrebbero però essere simili a quelle attualmente in vendita». Più che sacchetti, si tratta di vere e proprie borse in juta colorata decorata con i tanti personaggi della Disney: «Ne abbiamo di due tipi, piccole e grandi. Sono capienti e resistenti e possono essere riutilizzate» dice la commessa indicando una mamma che ne ha una in spalla.
«CI METTEREMO IN REGOLA» - Tra i negozianti che usano ancora il polietilene non manca la confusione. «Non è vero che la plastica è fuorilegge dal primo gennaio. Mi hanno detto che hanno già fatto ricorso perchè la nuova legge è in contrasto con quanto dice l'Europa» afferma un commesso che anticipa la protesta dei produttori di plastica. «Abbiamo già ordinato le nuove buste - conferma la cassiera di un negozio di oggettistica - Appena finiamo le scorte ci adegueremo. Dobbiamo farlo anche perchè questa è la principale via dello shopping a Roma. Magari qualcuno in periferia potrà anche essere meno solerte...».

martedì 21 dicembre 2010

Domani cortei anti-Gelmini nella capitale: verso la chiusura di uffici e scuole in centro

ROMA - Un’altra giornata di tensione e paura. C’è preoccupazione per quello che potrà accadere mercoledì 22, con la manifestazione, per ora non autorizzata, degli studenti. 
In questura, dove è in corso una mediazione con i movimenti, fino a lunedì sera non era stata presentata alcuna richiesta con percorsi prestabiliti, come auspicato anche dal sindaco Gianni Alemanno.
Sempre lunedì, al termine di una lunga assemblea alla «Sapienza», gli universitari hanno annunciato che non violeranno la «zona rossa», ma daranno vita a un corteo dal percorso «a sorpresa» e ad altre iniziative in diversi quartieri. Intanto però, proprio per il timore di incidenti, in centro chiuderanno scuole, negozi e uffici.
«Siamo pronti a difendere la città - ha spiegato ancora il sindaco - ma faccio anche appello al senso di responsabilità degli studenti».
Studenti con gli scudi di gomma a forma di copertine di libri (Eidon)
La mano resterà tesa ancora per un giorno. Un ultimo segno di distensione da parte della Questura prima di domani, quando migliaia di studenti, e probabilmente anche di appartenenti a centri sociali, movimenti dei precari e altre categorie, scenderanno di nuovo in strada per protestare contro il ddl Gelmini. Fino a lunedì sera negli uffici di via di San Vitale tuttavia non era stato comunicato alcun preavviso per la manifestazione. E se la situazione dovesse restare così, anche questo corteo, come quello del 14 dicembre scorso funestato da gravi disordini in centro, sarà «non autorizzato».
Gli investigatori, coordinati dal questore Francesco Tagliente si apprestano a intervenire, con denunce nei confronti dei promotori delle varie «anime» della dimostrazione, che potrebbe mirare sempre ai palazzi del potere nella «zona rossa», presidiata da centinaia di uomini delle forze dell’ordine e decine di blindati, ma che con maggiori possibilità potrebbe allargarsi a quartieri ed «obiettivi» diversi.
Per questo motivo è già stata rafforzata la vigilanza attorno a ministeri e sedi istituzionali. Come il Quirinale, visto che i movimenti hanno annunciato l’intenzione di manifestare il loro dissenso al Capo dello Stato. Ma c’è la possibilità che uffici, scuole e attività commerciali del I° Municipio possano restare chiusi domani, sia di mattina che di pomeriggio: la gente è preoccupata che possano ripetersi le stesse scene di una settimana fa.
Carabinieri a Roma in assetto anti sommossa (Eidon)
Lunedì, al termine di una lunga assemblea a porte chiuse alla «Sapienza»
, gli universitari hanno assicurato che non violeranno la «zona rossa», ma sfileranno in strada, «con un percorso a sorpresa» dalle 9.30 in poi, al grido «Voi chiusi nei palazzi, noi liberi per la città», mentre l’iniziativa sarà accompagnata, e forse preceduta già oggi, da blitz, volantinaggi e azioni di «flash-mob».
Ma se da una parte l’opera di mediazione della polizia con i rappresentanti degli studenti continua senza sosta, dall’altra ci si prepara comunque alla peggiore delle ipotesi: quella che gruppi di provocatori possano rovinare anche l’ultimo atto della protesta contro il decreto Gelmini prima di Natale.
Oltre a difendere Camera e Senato, gli agenti saranno pronti a intervenire in qualsiasi parte della città con nuclei mobili, piccoli gruppi flessibili in grado di raggiungere in breve tempo settori del corteo particolarmente «calde». Per questo, oltre al Reparto mobile, saranno impegnati anche gli investigatori di alcuni commissariati, che ben conoscono il territorio dove lavorano tutti i giorni. Con un’attenzione particolare anche agli ambienti antagonisti, che vengono costantemente monitorati.
«Il centro storico "nun se tocca" - ha ripetuto anche ieri il sindaco Gianni Alemanno - quello che è successo una settimana fa non accadrà più. Spero che gli studenti presentino una richiesta di autorizzazione con percorsi predefiniti». «Se ciò non dovesse accadere - ha concluso - siamo pronti a rispondere alle provocazioni, ma speriamo prevalga il senso di responsabilità».

venerdì 17 dicembre 2010

Sabato 18, manifestazione a sostegno della richiesta fondi per le complanari sulla Colombo

Nell'imminenza della seduta in cui il consiglio comunale dovrà decidere sull'attribuzione dei fondi straordinari per Roma Capitale, Il comitato SOSOTRAFFICOLOMBO, ritiene necessario organizzare una manifestazione affinché inseriscano, tra le opere finanziate, anche una somma adeguata per il completamento delle complanari della Colombo nei tratti mancanti.

“Ci siamo visti scavalcare, in priorità, dal finanziamento della copertura per Calatrava, da quello del parco di Centocelle, abbiamo sentito parlare di richieste di finanziamento per un fantomatico museo del giocattolo (1.9 milioni di euro). Adesso basta!!!

Dobbiamo farci sentire altrimenti le nostre richieste verranno messe da parte anche questa volta.

Gli abitanti del nostro territorio pretendono dal Comune la restituzione di almeno parte dei 500 milioni di euro pagati con gli oneri concessori da chi ha costruito negli ultimi 12 anni, in particolare all'Infernetto, senza ottenere il minimo ritorno sul territorio in termini di infrastrutture (strade e fogne).

Numerose edificazioni sono in corso di realizzazione ed altre lo saranno a breve su entrambi i lati della Colombo. Nella stragrande maggioranza, da parte loro, non è previsto il benché minimo contributo al miglioramento della grande viabilità, ma solo all'aumento del traffico.

La paralisi è imminente, è ora che ciascuno faccia la sua parte dimostrando attivamente e non solo a parole che non ne può più di questa situazione."

Alla manifestazione, che si terrà 
Sabato 18 dicembre 11.00 - 14.00 presso l'incrocio della Colombo con Via Pindaro / W. Ferrari (lato distributore Infernetto), sono invitati tutti i cittadini ed i comitati/associazioni della zona.

ANFFAS OSTIA ONLUS, inizia la preselezione di personale qualificato

Anffas Ostia Onlus comunica di aver riaperto i termini per le preselezione di personale qualificato da affiancare allo staff attualmente in organico nei campi: socio-assistenziale, domiciliare e scolastico.
Per candidarsi e avere maggiori informazioni è possibile collegarsi al sito ufficiale dell’associazione (www.anffasostia.com) e cliccare sulla sezione: CONTATTI. 

La finestra di preselezione si concluderà il 10 gennaio 2011. 

“In un periodo in cui tutte le aziende tagliano, Anffas Ostia Onlus rilancia il proprio operato continuando a fare ciò che la contraddistingue dagli anni Ottanta a oggi: offrire servizi con standard elevatissimi – dichiara il Direttore Generale di Anffas Ostia Onlus, Stefano Galloni -.
Questo non lo diciamo noi, ma lo testimoniano le decine e decine di richieste di presa in carico che ogni giorno riceviamo. Nell’ultimo periodo c’è stato un boom e un aumento consistente soprattutto per quel che riguarda la parte socio-assistenziale, domiciliare e scolastica, così da dover correre ai ripari. 
Le preselezioni saranno rigide, per i nostri utenti cerchiamo il meglio. 
Ma i ragazzi che alla fine la spunteranno e riusciranno a superare i colloqui, troveranno uno staff amalgamato, un ambiente di lavoro confortevole e stimolante, ma soprattutto un’azienda sana, puntuale e rigorosa. Invito gli interessati a informarsi e inviare il proprio curriculum. 
Anffas Ostia non è solo un posto di lavoro, ma un’esperienza da vivere con il cuore”.

Fa jogging in pineta e trova una bomba della seconda guerra mondiale


Un ordigno bellico (vedi foto), presumibilmente della seconda guerra mondiale, è stato trovato ieri nel pomeriggio a Ostia da un uomo che faceva jogging nella pineta di Castel Fusano.

L’uomo ha dato l’allarme a una pattuglia della polizia municipale del Gruppo XIII° che si trovava in zona. 

Dalle prime informazioni sembra si tratti di una bomba a mano americana della seconda guerra mondiale. Sul posto polizia municipale e carabinieri. 

martedì 14 dicembre 2010

Roma: scontri e disordini vicino al Senato

Il nostro quartiere fa parte della città di Roma.
Difficile rimanere impassibili, quindi, di fronte alle notizie di oggi che la riguardano.

Preferiamo in questo momento, assai delicato per il nostro Paese, lasciar parlare le immagini .







lunedì 13 dicembre 2010

Infernetto, a lezione di musica con Stefano D'Orazio

A lezioni di musica da Stefano D’Orazio. E’ la fortuna capitata ieri a un centinaio di spettatori del seminario promosso dall’associazione “La fabbrica della musica” nell’aula magna della scuola media “Mozart” dell’Infernetto. Sul palco, dopo l’introduzione del coordinatore del progetto, Stefano Michelazzi, ha preso posto anche il mitico batterista dei “Pooh”, oggi affermato produttore di musical.

Il tema dell’appuntamento, uno dei tanti in programma presso la scuola dell’Infernetto, era il rock e il progressive degli anni Settanta, ma D’Orazio ha orientato l’uditorio sull’importanza che le amministrazioni pubbliche dedichino attenzione allo sviluppo della musica. «Sono qui per cercare di trasmettere la mia esperienza e consegnare la mia fortuna a quanti credono nella musica - sottolinea l’ex batterista dei “Pooh” - Sarei lieto se la passione si potesse tramutare anche in occasione di lavoro e per questo mi rivolgo con gioia ai ragazzi. Il problema è che purtroppo oggi è più difficile di una volta, quando da ogni cantina usciva musica: di strumenti, di club, di sale da ballo. Le istituzioni sono sorde e insensibili ai nostri appelli. E, si badi bene, non chiediamo stanziamenti o finanziamenti per il settore: basterebbe intervenire con norme e regolamenti che sostengano i nostri prodotti. Il suggerimento è quello di imporre di trasmettere una quota di musica italiana alla radio e alla televisione».

Dopo la quarantennale militanza tra i Pooh, Stefano D’Orazio ha trovato una nuova dimensione artistica nella produzione di musical. «E’ un’esperienza rigenerante», è la sua descrizione. Dopo aver portato “Pinocchio” sui palcoscenici statunitensi e aver presentato “Mamma mia” degli Abba in Italia, si prepara a raccogliere il tutto esaurito sino ad aprile 2011 per la nuova produzione “Aladin”, musicato proprio dai Pooh.

Clochard muore assiderato nella pineta di Castel Fusano

Il cadavere di un uomo di nazionalità romena, senza fissa dimora, di 41 anni, è stato rinvenuto in mattinata a Roma, nella pineta di Castel Fusano. Secondo quanto si apprende, la segnalazione ai carabinieri è arrivata da un connazionale, che ha individuato il corpo nella zona del parco contigua a via Mar Rosso. L'uomo è morto probabilmente per assideramento. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Ostia.

Sul caso è intervenuta con una nota l'assessore alle Politiche sociali di Roma Capitale, Sveva Belviso.
"Quando accaduto la notte scorsa nella pineta di Castel Fusano è purtroppo un dramma del disagio e della solitudine che ci rattrista profondamente. L'amministrazione mette ogni anno a disposizione oltre 1400 posti letto per l'accoglienza a senza fissa dimora, 650 dei quali in particolare nei mesi più freddi dell'anno. Ci sono tuttavia situazioni di difficile ricognizione, fragilità nascoste dove l'occhio vigile dell'amministrazione non può arrivare. Per questo rivolgo un appello ai cittadini affinché ci aiutino ad intercettare quei casi più difficili segnalandoli al numero verde della Sala operativa sociale comunale 800.44.00.22 attivo tutti i giorni h24"".

venerdì 10 dicembre 2010

Dove vogliamo e pensiamo di arrivare?


Questa volta non vi parlo del nostro quartiere, ma di qualcosa di più grande: l’Italia.
Non se la prendano i pochi lettori fedeli del blog se estendo i  soliti confini di osservazione, ma il tema che affronto mi sta troppo a cuore per evitarlo.

Vorrei confrontarmi con voi sulla situazione che stiamo vivendo in Italia.

Con l’attenzione di NON scivolare in un dibattito politico, poiché non è questo l'intento…..

  • Siete felici dello stile di vita che le NOSTRE SCELTE passate ci stanno offrendo?
  • Vi sentite rappresentati dalla classe dirigente italiana?
  • Partecipate, in modo attivo, ad attività dedicate a far accrescere il “bene comune”? Se si, in che modalità?
  • Che aspettative avete per il futuro?
 Ritengo che impostare una vita puntando esclusivamente sulla furbizia, il materialismo e l’inganno non possa condurre a risultati eticamente validi soprattutto se essi vengono misurati nel lungo periodo.

Noto un’Italia in difficoltà, come d’altronde altri paesi, direte. Ma la cosa che più mi preoccupa nel confronto con altre situazioni simili è l’ipocrisia che l’italiano ostenta da troppo tempo.

Nascondere, pensate sia il modo migliore per affrontare la realtà ? Negare che esistono i problemi può essere una strategia vincente?
L’applicate nella vostra vita privata?

Ritengo che non porti lontano, anzi contribuisca a creare danni enormi.
Questo non significa che bisogna disperare, anzi.
La consapevolezza, misurabile e osservabile, di dove ci si trova è il primo punto, a detta dei manuali di settore, per il raggiungimento degli obiettivi.

Invece vedo che amiamo vivere nelle falsità. Sbaglio?
Spero ci siano sufficienti stimoli per aprire il dibattito….

mercoledì 8 dicembre 2010

Rapporto Cittalia: a Roma va la maglia nera delle emissioni di CO2


Quanto inquinano le città italiane? E qual'è il prezzo delle emissioni di anidride carbonica che producono ogni giorno? Oggi abbiamo cifre e dati. Elaborati da Cittalia, il centro studi dell'Anci, l'associazione nazionale dei comuni italiani. 

Quest'anno il tradizionale rapporto sui maggiori centri urbani del nostro paese – di cui pubblichiamo una anticipazione - si concentra sull'ambiente e mette Roma al primo posto per emissioni di CO2. Da sola, la capitale incide per il 35% delle emissioni prodotte dalle 15 città prese in considerazione; la poco onorevole medaglia d'argento spetta a Milano con il 12,7% e quella di bronzo a Torino con l'11%. Se al centro e al sud è soprattutto il traffico ad alzare il livello di CO2, al nord il principale responsabile è il gas utilizzato per riscaldare case e uffici. 

Il metodo. Sono state prese in esame 15 aree metropolitane: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Trieste, Torino e Venezia. 
Per ognuna di queste Cittalia ha calcolato le emissioni di CO2 legate a: 
  • consumi di energia elettrica, gas naturale e acqua per le case 
  • produzione e combustione dei rifiuti urbani 
  • consumi delle automobili private 
I numeri, quindi, escludono due importanti fattori di inquinamento: i camion e i furgoni utilizzati per trasportare le merci e il consumo dei beni. 

Maglia nera: Roma. Secondo lo studio, i cittadini che contribuiscono di più all'inquinamento ambientale sono i romani: nel 2009 ognuno di loro ha prodotto 2406 chili di CO2. Subito dopo vengono i torinesi con 2300 chili a testa, poi i fiorentini con 2296 chili. Tra il 2008 e il 2009 di queste tre città solo Firenze ha aumentato le sue emissioni (di quasi 16 punti percentuali) mentre Roma e Torino si sono messe sulla buona strada con un -5% e un -8,4%. Molto bene anche Milano che, anche grazie alla sua metropolitana e al bike sharing ha abbattuto le emissioni di CO2 pro capite del 14%. In generale, le città del nord e del centro sono più dannose per l'ambiente rispetto a quelle del sud, che negli ultimi dieci anni hanno però incrementato le emissioni, con l'unica eccezione di Napoli. Proprio il capoluogo campano nella classifica dell'impatto ambientale pro-capite ultima anche se, in termini assoluti, è al quinto posto dopo Genova. 

Per dare un'idea più concreta delle proporzioni del fenomeno, Cittalia ha calcolato quanti ettari di verde servirebbero a compensare le emissioni di CO2 prodotte da ogni città. Per raggiungere questo obiettivo a Roma bisognerebbe piantare alberi su una superficie pari a 85 volte quella dell'intera area metropolitana. Ogni romano dovrebbe quindi gestire un ettaro e mezzo di bosco. Le cifre sono mastodontiche anche a Torino, Milano e Napoli. 

Traffico al sud, gas al nord. Ma da cosa dipendono le emissioni di CO2? Il rapporto ha individuato quattro grandi cause: i consumi residenziali di energia elettrica, di gas naturale, la produzione e l'incenerimento dei rifiuti e infine il trasporto urbano su strada. Le automobili, insomma. 

Dai risultati emerge che, senza ridurre i consumi di energia, sarà molto difficile rendere più “eco” le nostre città: gas ed elettricità sono responsabili quasi del 70% delle emissioni delle quindici città analizzate. Poi viene il trasporto urbano con il 31,2% e, a grande distanza, la combustione dei rifiuti con lo 0,3%. 

Ma ogni città ha le sue caratteristiche e così scopriamo che dall'Arno in su, dove i riscaldamenti sono più utilizzati, a inquinare di più è proprio il consumo di gas con percentuali oltre il 50%, quando a Reggio Calabria, Catania e Cagliari la quota precipita al di sotto del 10%. Nelle città del centro e del meridione la CO2 è prodotta soprattutto dal traffico. Cittalia fornisce spunti che gli amministratori locali dovrebbero considerare con molta attenzione: a Catania le automobili dei privati producono la metà dell'anidride carbonica di tutta l'area urbana; a Palermo, Messina e Roma il 40%, a Reggio Calabria quasi il 45%. Mentre Genova supera di poco il 20% e Milano arriva quasi al 30%. Secondo gli analisti del centro studi, così com'è adesso il trend della mobilità urbana è “tendenzialmente catastrofico”. 

Idee nuove per domani. In un quadro a tinte fosche, c'è anche spazio per un po' di ottimismo. Spulciando tra i progetti di opere pubbliche del triennio 2010-2012 delle 15 città prese in esame, Cittalia è andata alla ricerca di tutti quelli che tutelano e valorizzano l'ambiente. In media, il valore dei progetti ambientali delle nostre città ammonta a quasi la metà - il 48% - di tutti quelli previsti. A Roma, Milano e Bologna la percentuale è anche più alta. Progettare una città più pulita, oggi significa soprattutto puntare sulla mobilità sostenibile: metropolitana, tram, piste ciclabili, parcheggi di scambio per lasciare l'auto e prendere i mezzi pubblici. Il 65% dei progetti “eco-friendly” si muove proprio in questa direzione. Segno che le cose stanno cambiando? La risposta nei prossimi rapporti.

martedì 7 dicembre 2010

Sciopero a Roma: venerdì 10 dicembre 2010 stop di 24 ore per bus, filobus, tram, metro e ferrovie

Come una leggenda temuta da mesi, ruzzolata fino a venerdì prossimo, lo Sciopero Nazionale del Trasporto Pubblico Locale al momento risulta confermato più che smentito o rinviato, dalle Segreterie Nazionali Filt-Cgil, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ilCalendario degli Scioperi Nazionali, il sito del Comune e dall’Agenzia Roma Servizi per la Mobilità.
Venerdì 10 dicembre 2010, l’agitazione sindacale indetta Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Ugl Trasporti e Faisa Cisal a sostegno della vertenza per il nuovo CCNL, coinvolgerà tutte le aziende capitoline dei trasporti AtacRoma Servizi per la Mobilità e Roma Tpl, mentre l’Usb sciopererà solo per 4 ore, tra le 8.30 e le 12.30.
Lo sciopero di 24 ore ‘promette’ di causare disagi già nella notte tra giovedì 9 e venerdì 10 ai 27 collegamenti identificati dalla lettera “n”, mettendo a rischio le corse di bus, filobus, tram, metropolitane A e B e ferrovie Roma-Lido, Roma-Giardinetti e Roma-Civitacastellana-Viterbo, nella fascia oraria dalle 8.30 alle 17, e poi dalle 20 a fine giornata.
Nel rispetto delle fasce di garanzia, il servizio sarà regolare sino alle 8.30 e dalle 17 alle 20, traffico permettendo ovviamente, mentre non sono escluse ripercussioni per i servizi al pubblico dell’Agenzia Roma Servizi per la Mobilità, causate dalla possibile adesione alla protesta di impiegati, addetti alle biglietterie, ausiliari del traffico e verificatori.
Come al solito conviene prepararsi al caos della mobilità in-sostenibile, mezzi alternativi, traffico, lunghe attese e carri bestiame...

lunedì 6 dicembre 2010

Immacolata a Roma: una giornata di festa tra visite, concerti, spettacoli, saloni artigianali e negozi aperti

Oltre al Colosseo e Musei Civici Gratis per i “romani” certificati, e il Campidoglio aperto al pubblico con giochi in piazza, il giorno dell’Immacolata sarà prodigo di iniziative culturali e artistiche gratuite per tutti.
Sarà ancora l’amministrazione di Roma Capitale a spalancare il portone della Basilica di Santa Maria in Aracoeli per il Concerto dell’Immacolata Concezione, con musiche di Mozart, Piazzolla, Vivaldi, Rossini e Verdi eseguite dall’Orchestra Barocca “Marco Dall’Aquila” diretta da Marco Sipari Di Pescasseroli, e affiancata dal Coro Giuseppe Verdi, il Coro di voci bianche dell’Arcum e il Coro della Cappella.
Tra vicoli e palazzi suggestivamente illuminati, parte anche l’itinerario a tappe con installazioni d’arte e videoproiezioni del «Invicolo Xmas», che attraverserà Piazza Pasquino, via del Governo vecchio, via dei Banchi nuovi e dei Banchi vecchi, fino a Piazza Canodiferro.
Dalla «Spider Mama Rome» del francese Pascal Lievre a Piazza dell’oro, all’opera del finlandese Charles Sandison sulla facciata di Palazzo Spada, da «When in Rome» degli artisti di Fabrica sulla facciata dell’Accademia di Costume e di Moda in via della Rondinella, all’installazione «I1 mazzolin di Fiori» di Andrea Solvetti in Piazza dell’orologio, il tutto affiancato dalle installazioni-abito di luce di Tudini & Fantinuoli.
Il Natale all’Auditorium e la Serra ospiteranno invece fino al 9 gennaio Art Forum e il “piccolo salone dell’artigianalità d’eccellenza” dedicato a oggetti di design a tiratura limitata che coniugano creatività e qualità a prezzi contenuti, insieme alle mostre di carattere artistico e culturale degli abiti-installazione realizzati dagli studenti dell’Accademia di Costume e Moda, le fotografie di Tamara Triffez e Monite De Marinis, i quadri di Vióletta Carpino.
Per chi non è interessato al ‘programma artistico-culturale’, potrà anche approfittare del mercato del baratto della Festa della Sostenibilità, mentre il tour dello shopping sarà assicurato da tutti (o quasi) i negozi, botteghe, centri commerciali e outlet aperti della città, e a quanto pare anche dalle Navette di Natale.

Piano casa: una colata di cemento di 180mila abitanti in più senza servizi

Una colata di cemento da 80 milioni di metri cubi.
Questo il capo d'accusa mosso al Piano Casa, messo a punto nelle stanze della governatrice del Lazio Renata Polverini, e che arriva da un dossier di un centinaio di pagine dei ricercatori di www.linkontro.info, architetti e urbanisti che hanno studiato, per il gruppo Sel in Regione, l'impatto delle nuove norme.
Il quadro è a tinte nere.
Della distesa di costruzioni che si alzeranno da Viterbo a Latina, 40 milioni di metri cubi sono destinati solo a Roma, fuori dal Piano regolatore, che ne ha già previsti 60 per chiudere in modo definitivo l'edificazione della città Capitale. Ancora: si potrebbero perdere 1.500 ettari di parchi, 500 di aree agricole, 3mila oggi destinati a verde e servizi. E all'ombra del Colosseo, proprio la dotazione di servizi passerebbe da 18 metri quadrati per abitante previsti ad appena 10 m.

La proposta di legge del centrodestra non risparmia neppure i tessuti urbani subito fuori dal centro storico. Si pensi a Prati, San Saba, Testaccio, Garbatella, Monteverde, Città Giardino a Montesacro, piazza Bologna, piazza Vittorio, parti di Ostia, l'Eur e altre zone di pregio; in tutte si potrà, sempre in deroga al piano, realizzare attici e superattici o chiudere balconi e terrazzi. Gli ampliamenti, come alla Garbatella, anche classificata sismicamente, potranno arrivare al 35% del volume iniziale; mentre attraverso la demolizione di villini o edifici 8-900eschi potranno essere costruite, al loro posto e con un incremento del 30% del volume, anonime palazzine. O magari, nei quartieri a maggiore densità come Prati o Testaccio pure qualche grattacielo.

Il Piano casa mette poi a rischio le aree destinate a servizi e verde pubblici. Emblematico è il caso di Roma, dove il Piano regolatore ha acquistato validità dalla pubblicazione, avvenuta a marzo 2008. Ne consegue che da marzo 2013 su tutte le aree vincolate e non ancora espropriate, nonché sugli edifici presenti, potranno essere utilizzati gli strumenti e le deroghe previste. È il caso dell'ex Snia Viscosa al Pigneto, con diversi edifici dismessi oggi destinati a parco e servizi: grazie a queste norme potrà essere trasformata in un quartiere residenziale.

Anche l'adeguamento sismico diviene elemento in grado di far lievitare le cubature. Perciò in gran parte della regione e della stessa Roma, precisamente nei municipi ad Est - V, VI, VII, VIII, IX, X, XI, XII - classificati "a rischio", sarà possibile, adeguando gli edifici alle norme, ampliarli del 35%. Così gli enormi capannoni sulla Tiburtina, comprese le costruzioni trasformate abusivamente in terziarie, come la ex Romanazzi, potranno aumentare di un terzo la cubatura; le torri di Colle Aniene da 12 piani arriverebbero a 16; lo stesso per i palazzoni di Prenestina, Cinecittà, Tuscolana, Torre Maura e per la parte non pubblica di Tor Bella Monaca. Ma anche Laurentino, Spinaceto, Pigneto, Centocelle, il Quarticciolo; tutti quartieri già poveri di servizi che vedranno aumentare vertiginosamente la popolazione.

La legge consente di ampliare, e modificare la destinazione d'uso in residenziale in deroga al piano, anche nel caso di demolizione e ricostruzione di immobili non residenziali (con superficie utile lorda fino a 20mila metri), dismessi o non ultimati al 30 settembre scorso. Secondo una stima, solo a Roma gli edifici con queste caratteristiche ammontano a un milione di metri cubi che diventerebbero 1,3 dopo la trasformazione, per oltre 16mila abitanti in più, senza alcun servizio (50mila su tutto il territorio regionale). In totale si parla di oltre 21 milioni di metri cubi residenziali a Roma, che diventano 40 considerando il non residenziale, 85 nel Lazio. Nella Capitale significa 262.500 nuovi abitanti (+10%), e per 180mila non c'è alcuna previsione di nuovi servizi.

"Questi dati - spiega l'architetto Mauro Riccardi, che ha guidato la ricerca - sono ricavati utilizzando criteri di realismo. Ma se tutti i potenziali fruitori del piano casa realizzassero gli aumenti di cubatura si arriverebbe solo a Roma ad 85 milioni di metri cubi in più". "Il lavoro dimostra - afferma il capogruppo di Sel alla Regione Luigi Nieri - che sommando i provvedimenti della giunta Alemanno e il Piano casa della Polverini si avranno effetti devastanti sul territorio romano e regionale. A rischio non è solo il patrimonio ambientale, ma la qualità della vita e la città come l'abbiamo conosciuta fino ad oggi".

giovedì 2 dicembre 2010

Mega villa e 36 auto di lusso: così viveva Feo, il ras degli scippatori

Viveva in una villa lussuosa all'Infernetto e poteva viaggiare per più di un mese ogni giorno con un'auto diversa: ne aveva 36, tra cui Porsche e Mercedes. I suoi hobby erano la passione del gioco in bische clandestine e le auto di lusso. Era questo lo stile di vita di Fehim Hamidovic, detto Feo, il capo dell'organizzazione che addestrava e sfruttava ragazzine rom minorenni per scippi e borseggi sui trasporti pubblici di Parigi, Roma e Madrid.
Mentre Feo conduceva la sua vita da "sceicco", la base operativa delle ragazzine sfruttate era invece un appartamento in condizioni igienico-sanitarie precarie, dove la polizia non esclude che in alcuni casi i minori subissero anche forti condizionamenti con atti di violenza. 
Durante il blitz nella villa di 'Feo', patriarca della famiglia rom degli Hamidovic, sono stati sorpresi anche sette minori ed è stata trovata la documentazione sui movimenti di denaro tra l'uomo e la compagna, che certificava l'esistenza di conti correnti in Francia ed in Belgio.
proventi dell'attività dei minori venivano poi reinvestiti in attività commerciali, tra cui alcuni bar. Altra parte del guadagno veniva invece destinato allo stesso Feo e per i suoi hobby.

Inaugurato il primo URP telematico a Dragona

È stato presentato questa mattina a Dragona il servizio di Urp telematico (Ufficio Relazioni con il Pubblico) del XIII° Municipio.  
Si tratta di uno sportello virtuale in funzione al centro anziani di Dragona in via Carlo Casini, 3 che offre l’opportunità di dialogare a distanza con l’Ufficio Relazioni con il Pubblico del XIII Municipio senza doversi recare nella sede istituzionale.
Si può comunicare in collegamento audio-video con l’operatore in servizio, alzando semplicemente la cornetta telefonica dell’Urp telematico. Lo sportello consente a ciascuno di vedere e parlare con l’operatore per ottenere informazioni, ricevere e trasmettere moduli e visualizzare documenti.
“E’ un progetto sperimentale – ha spiegato Giacomo Vizzani, Presidente XIII Municipio- che ha l’obiettivo di avvicinare gli uffici municipali agli utenti, rendendo ancora più accessibili ai cittadini i servizi dell’amministrazione”.

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