lunedì 17 ottobre 2016

Ostia, concessioni agli stabilimenti: blitz della Finanza su 17 dossier

Non c’è solo la Procura ad aver aperto un fascicolo sulle spiagge di Ostia. La Guardia di Finanza ha più volte visitato negli ultimi mesi il X Municipio – commissariato per mafia – per acquisire i faldoni relativi al demanio marittimo. Tutti i documenti che gli uffici tecnici, insieme ad Agenzia del Demanio e vigili urbani, hanno raccolto e studiato, per accertare gli abusi contestati poi agli stabilimenti. L’ultimo blitz è di poche ore fa.
Le indagini dei militari sono iniziate, da quanto trapela, su richiesta del Ministero Infrastrutture e Trasporti per appurare i possibili danni erariali perpetrati negli anni dalle imprese balneari: un’inchiesta che corre in parallelo con gli accertamenti in atto da parte della Corte dei Conti. L’ipotesi è la seguente: parte degli ampliamenti dei manufatti, ma persino le sub-concessioni (per bar, ristoranti, chioschi) non sarebbero stati dichiarati né tanto meno autorizzati dagli enti preposti. Un presunto danno per le casse di Campidoglio, Regione e Stato che – pur essendo gli organismi deputati proprio al controllo della costa e della sua cementificazione - non avrebbero incassato oneri di urbanizzazione o canoni edilizi su vecchi e nuovi immobili.
Secondo i primi accertamenti, risulterebbero agli atti 17 posizioni dubbie, 17 concessioni demaniali in parte «sconosciute» al Demanio. Nel dettaglio, alcuni stabilimenti hanno investito per anni sulla propria porzione di spiaggia, costruendo anche beni che venivano in teoria incamerati dallo Stato, ma mancherebbe appunto il via libera dalle altre istituzioni coinvolte, che su quei beni avrebbero dovuto recepire imposte e contributi. Da qui il possibile danno per l’Erario, ovvero alle tasche dei cittadini.
Del resto, tra le contestazioni rilevate dalla commissione prefettizia di Ostia nei confronti dei gestori degli stabilimenti, c’è anche in alcuni casi il mancato versamento dei canoni marittimi.
Finita l’estate l’azione della commissione straordinaria è intanto ripresa a pieno ritmo: passate al setaccio le 71 strutture turistiche e contestati gli abusi, ora si lavora sull'avvio delle decadenze. Via, insomma, chi non è in regola. Un dossier corposo puntualmente inviato al pool di magistrati, incaricati dal procuratore Giuseppe Pignatone di fare luce sull'affare - spiagge di Ostia. C’è poi una novità in arrivo, un documento che «durerà» anche dopo la fine del commissariamento. Sarà infatti revocata la discussa determinazione dirigenziale che nel 2014 prorogò fino al 2020 tutte le concessioni delle strutture balneari di Ostia, incluse quelle citate in inchieste giudiziarie come il Faber Village, ex proprietà dei Fasciani, o quelle dubbie, come l’Hakuna Matata, per anni gestita da pregiudicati. Avallata dai dirigenti Paolo Cafaggi e Claudio Saccotelli, entrambi rimossi e poi in guai giudiziari (era l’epoca Tassone, l’ex minisindaco di Ostia a processo per Mafia Capitale), sarà ora sostituita da una determina «restrittiva» seppur in linea con le normative italiane ed europee: proroga sì, ma solo per gli stabilimenti «privi di contestazioni edilizie o ambientali».
Fonte: roma.corriere.it

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